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ITALIA | Saverio Costanzo (regista de ‘L’amica geniale’) a La Voce di New York: «Così ho diretto Lila e Lenù»

«E’ stato un grande privilegio raccontare un universo tutto al femminile e così profondo, come quello che anima le pagine scritte da Ferrante.»

Così Saverio Costanzo, regista classe 1975, racconta alla collega Paola Medori de La Voce di New York, giornale online diretto da Stefano Vaccara, la sua esperienza di direzione de “L’Amica Geniale”, miniserie tratta dal best-seller di Elena Ferrante, che ha già conquistato il pubblico americano e che ha fatto tenuto incollati oltre sette milioni di spettatori anche su Raiuno martedì scorso. Venduta in cinquantasei paesi, co-prodotta dalla rete HBO, in Italia va in onda dal 27 novembre su Rai Uno e Timvision. Otto episodi sulla storia dell’amicizia tra Elena e Lila, dall’infanzia a Napoli negli anni ‘50. Timido, Costanzo, scelto personalmente da Ferrante, ci racconta dal rapporto con la misteriosa scrittrice, che nessuno ha mai visto in volto e fatto di lunghe e ottocentesche mail, all’evoluzione epica di un paese intero. E il suo sguardo intimo su due donne geniali, forti, assetate di cultura ed emancipazione, conquista ed emoziona.

Quando le hanno proposto di girare l’Amica Geniale ha subito accettato?

“Quando “L’Amica Geniale” è entrata nella mia vita, stavo leggendo il secondo romanzo. Seguivo Ferrante da lettore, dai suoi primissimi libri. Ho provato nel 2007 a prendere i diritti de La figlia oscura, ma poi nulla, anche se in quell’occasione la Ferrante fu molto gentile. So che la girerà Maggie Gyllenhaal e poi mi hanno proposto il privilegio di lavorare su un universo cosi ben costruito. Ho messo da parte la paura e ho accettato”.

Come è stato il rapporto con Elena Ferrante?

“Ci siamo scritti e mi ha aiutato nella fase di scrittura in un modo mai difensivo ma aperto al cambiamento. E’ stato un “carteggio” ottocentesco molto concreto. Da donna intelligente quale è, non era possessiva rispetto alla sua storia. Sospetto anche che volesse una trasposizione più infedele”.

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