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ITALIA | Ecco Valeria Cagnina, la diciassettenne che ha fondato una scuola di robotica

Quella di Valeria Cagnina, 17 anni, è una storia straordinaria. A soli diciassette anni è già titolare di una scuola di robotica, insieme al suo socio Francesco Baldassarre, lei che aveva costruito il suo primo robot a 11. E da qualche anno è in giro per il mondo a parlare di robotica ad aziende e scuole, attraverso corsi di formazione e conferenze. La passione nasce al CoderDojo di Milano, una passione che l’ha portata a essere relatrice al Tedx a 14 anni e, qualche mese più tardi, a diventare senior tester al Mit di Boston per seguire il progetto Duckietown.

“Dovevo realizzare un piccolo robot capace di muoversi in una cittadina, rendendo più semplici i tutorial per studenti universitari”, ha raccontato Valeria a Wired. “Ma soprattutto, girando per i vari laboratori, ho scoperto che l’educazione può essere divertente, che si può imparare divertendosi e non solo stando dietro i banchi di scuola come si fa di solito in Italia”.

Un mese fa è stata ospite del Connected Manufacturing Forum, l’evento di Business International/Fiera Milano Media sui trend dell’industria manifatturiera italiana alla Fabbrica del vapore di Milano. “Tutto è iniziato in una mattina trascorsa in un CoderDojo, quando ho giocato con una pianta digitale in grado di interagire con l’ambiente circostante tramite sensori. Mi è piaciuto così tanto che ho chiesto ai miei genitori di comprarmi un Arduino, e poco dopo seguendo un tutorial su YouTube (in inglese) ho costruito un semplice robot autonomo capace di andare in giro”.

Insieme al socio Francesco Baldassarre, 25 anni, Valeria ha messo in piedi una vera e propria impresa che vanta una squadra di 10 insegnanti e offrono corsi che spaziano dalla scuola materna alle superiori, fino al team building per le aziende e ai corsi per insegnanti. Nella scuola non si usano né sedie né banchi (né si indossano scarpe), e i partecipanti diventano i protagonisti del processo di apprendimento, al centro della scena. Le richieste arrivano da tutta Europa (Parigi, Bruxelles, Lussemburgo) così come dagli Stati Uniti, a iniziare dalla Silicon Valley.

In un laboratorio-tipo, che dura una mezza giornata, le persone familiarizzano con robot che si muovono, volano, camminano sull’acqua o sono in grado di interagire con gli esseri umani. “Continua a stupirmi che ai bambini di 3 o 4 anni si faccia soprattutto colorare, mentre se stimolati con i giusti canali di comunicazione potrebbero già imparare persino un po’ di robotica”, argomenta Cagnina. “Nella maggior parte delle scuole ai bambini e ai ragazzi non si insegnano informatica e robotica, ma si sperimentano solo in qualche progetto occasionale. Il coding invece può essere utilizzato come strumento per rendere tutte le materie più interessanti, anche perché aiuta a stimolare soft skill come la creatività”.

Tra le attività proposte ci sono corsi, laboratori, campi estivi e percorsi nelle scuole, di durata variabile da poche ore fino a una quindicina di incontri. E non si tratta solo di far apprendere la robotica, ma anche il lavoro di gruppo e il cosiddetto reverse mentoring.

Di tutto questo parleremo insieme a Valeria nel corso di Italian Heritage, subito dopo la pausa natalizia.

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