Cerca
Close this search box.

AUSTRALIA | Giorgione dopo Sydney

Nel 2017, sull’ultima pagina di un’edizione della Divina Commedia di Dante stampata nel 1497 a Venezia da Pietro de’ Quarenghi e conservata presso la Fisher Library della University of Sydney, è stata scoperta un’annotazione a mano posta sopra uno schizzo in gesso rosso di una Madonna con bambino che potrebbe essere attribuito all’artista rinascimentale italiano Giorgio Barbarelli, detto il Giorgione, probabilmente a causa della sua possanza fisica.

Il 22 febbraio 2022, a partire dalle ore 19.00, si terrà  un seminario dedicato a quest’importantissima scoperta, che potrebbe gettare una nuova luce sulla vita del noto pittore veneziano. Infatti le informazioni su Giorgione sinora giunte sino a noi,  sono  poche e frammentarie, e questo ritrovamento potrebbe suggerire una nuova cronologia della sua vita e rivelare relazioni del  pittore con i suoi contemporanei ad oggi sconosciute.

Il seminario – che si terrà online e sarà in lingua italiana – è organizzato dal Department of Italian della University of Sydney e dalla Fisher Library in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Sydney, e vedrà l’eccezionale  partecipazione, tra gli altri,  di due eminenti accademici italiani: l’archeologo e storico di fama internazionale Prof. Salvatore Settis e la nota paleografa Prof.ssa Giulia Ammannati.

I lavori saranno  inaugurati dalla Prof.ssa Jaynie Anderson della University of Melbourne, una delle massime esperte australiane sulla pittura di Giorgione, che cercherà di contestualizzare il valore della scoperta. Seguirà un breve saluto di benvenuto da parte del Dr. Lillo Guarneri, direttore dell’istituto Italiano di Cultura di Sydney, e del Prof. Philip Kent, direttore della Fisher Library. Moderatore della discussione sarà il Prof. Francesco Borghesi, direttore del Department of Italian della University of Sydney. Seguiranno quindi gli interventi dei due eminenti studiosi che parteciperanno al convegno in diretta dall’Italia, il Prof. Salvatore Settis e la Prof.ssa Giulia Ammannati,

Alla tavola rotonda finale, oltre a tutti i relatori già citati, parteciperanno anche altri studiosi tra cui il Dr. John Gagné e la Prof.ssa Nerida Newbegin.

Il Prof. Settis presenterà un intervento dal titolo Doppie verità? Serie stilistica/documentaria, datazione relativa/assoluta, nel corso del quale verrà presa in esame la concezione evoluzionistica degli stili artistici, che conduce a volte a costruire determinate “serie stilistiche”, che talora si scontrano con evidenze documentarie. In una “serie stilistica” le opere di un determinato artista (per esempio, Giorgione) si succedono secondo un ‘prima’ e un ‘poi’, una sequenza di datazioni relative coerenti; ma non si può passare alla cronologia assoluta (calendariale) senza qualche aggancio documentario inconfutabile. Che succede quando un nuovo documento irrompe sulla scena, modifica la cronologia assoluta, scompagina quella relativa?

L’intervento della Prof.ssa Ammannati, intitolato La mano della nota Sydney sulla morte di Giorgione: prime ipotesi, sarà invece dedicato all’esame delle caratteristiche grafiche e testuali della nota ritrovata nell’edizione della Divina Commedia, proponendo una prima ipotesi di confronto per la mano, forse identificabile con quella di un pittore attestato nella bottega di Cima da Conegliano fra gli ultimi anni del Quattrocento e i primi del Cinquecento, dove esegue alcuni cartigli in quattro opere del maestro. Autore della nota potrebbe dunque essere un collega di Giorgione, suo amico o conoscente, nonché grande estimatore.

Salvatore Settis ha diretto il Getty Research Institute di Los Angeles (1994-1999) e la Scuola Normale Superiore di Pisa (1999-2010) e presiede dal 2010 il Consiglio Scientifico del Louvre. È inoltre membro del Deutsches Archäologisches Institut, della American Academy of Arts and Sciences, dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Accademia delle Arti del Disegno e del Comitato scientifico dell’European Research Council. Fra i suoi libri vanno citati: La Tempesta interpretata. Giorgione, i committenti, il soggetto (1978), La Colonna Traiana (1988), Laocoonte. Fama e stile (1999), Futuro del ‘classico’ (2004), Artistii e committenti fra Quattro e Cinquecento (2010), Incursioni. Arte contemporanea e tradizione (2020), Deeper Thoughts. Beyond the Allegory of Bellini, Giorgione, and Titian (2021).

Giulia Ammannati (Firenze, 1971) insegna Paleografia latina alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Si occupa di testimonianze librarie, documentarie ed epigrafiche, dall’antichità classica al Rinascimento. Fra i suoi lavori recenti si ricordano quelli su Giotto (Pinxit industria docte mentis. Le iscrizioni delle allegorie di Virtù e Vizi dipinte da Giotto nella Cappella degli Scrovegni, Pisa 2017; La A di Giotto, «Immagine & parola» 2020), sul Duomo e la Torre di Pisa (Menia mira vides. Il Duomo di Pisa: le epigrafi, il programma, la facciata, Pisa-Roma 2019) e sul testo e la tradizione manoscritta delle Metamorfosi di Apuleio. Giulia Ammannati è fra le altre cose responsabile dell’identificazione su base epigrafica del costruttore della Torre di Pisa e del riconoscimento della scrittura di Giotto all’interno della Cappella degli Scrovegni.

Per ulteriori informazioni consultare il sito dell’Istituto Italiano di Sydney:

www.iicsydney.esteri.it