Questione Brexit, ecco cosa scrive il collega Antonio Piemontese sul giornale online Londra Italia, diretto da Francesco Ragni:
Diciotto mesi per scriverlo, solo 38 minuti per approvarlo. I rappresentanti dell’Unione Europea hanno firmato la bozza di accordo su Brexit domenica mattina, in un summit-lampo a Bruxelles. Ora che il compromesso è stato approvato dai governi, si tratta di “venderlo” al Parlamento britannico.
Non è un caso che i media locali usino proprio questo verbo: per Theresa May si tratta del “miglior accordo possibile”, ma il testo soddisfa pochi, e il rischio è che Westminster respinga la bozza, oltre cinquecento pagine accompagnate da un documento politico di una ventina di cartelle sul futuro delle relazioni tra l’isola e il continente.
Bruxelles ha fatto capire che non c’è possibilità di brandire un rifiuto come clava per spuntare condizioni migliori. I timori della vigilia – le riserve della Francia sulla pesca, e della Spagna su Gibilterra – sono stati superati dall’atteggiamento compatto dei Ventisette.
COSA ACCADE ORA? – Se i deputati approveranno, il 29 marzo 2019 comincerà il periodo di transizione, che terminerà a dicembre 2020. Dal 2021, a cinque anni di distanza dal referendum, il Regno Unito sarà fuori.
Le riserve nel Parlamento britannico vengono dai laburisti, che sperano di far cadere il governo May e insediare il leader Jeremy Corbin dopo nuove elezioni –, e dai deputati nordirlandesi, a cui l’esecutivo è appeso, e che temono una frontiera “dura”con l’EIRE. Ma c’è anche una fronda di Conservatori, piuttosto agguerrita e capeggiata dall’ex ministro Boris Johnson…