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ITALIA | ‘Dante Alighieri’, l’autore Gabriele Dadati per “Pagine di Letteratura” con un mistero di otto secoli fa

Nel romanzo un giovane dantista indaga sul suicidio di Pier delle Vigne

L’ultimo romanzo di Gabriele Dadati, Nella pietra e nel sangue, pubblicato da Baldini+Castoldi intreccia a capitoli alterni la storia di Pier delle Vigne e quella del giovane studioso Dario Arata.

Pier della Vigna, stretto collaboratore di Federico II, si suicidò nel 1249 fracassandosi la testa contro la facciata della chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, dopo essere stato condannato dall’Imperatore per tradimento ed essere stato accecato.

Cosa ha potuto spingere un uomo così in vista a cercare una fine così improvvisa e atroce? Da cosa scappa il giurista? Il giovane dantista, appassionatosi alla vicenda dopo averne letto nel XIII Canto dell’Inferno avvia un’indagine attraverso i commentari, primo tra tutti quello di Boccaccio, e si muove tra biblioteche alla ricerca della verità.

Gabriele Dadati, che con il genere del romanzo storico si è già confrontato con L’ultima notte di Antonio Canova, presenta il suo volume in una puntata di “Pagine di Letteratura”, la rassegna curata dalla Società Dante Alighieri per sostenere e promuovere il libro italiano, che sarà online martedì 12 maggio alle 17:00, nel sito e nei social della Società. L’autore spiega i due piani temporali su cui il romanzo si sviluppa e alletta il lettore con l’anticipazione di una rivelazione nel finale.

Le pubblicazioni online della Società Dante Alighieri proseguono anche sulla rassegna parallela, “Pagine di Storia”: la prossima settimana sarà la volta di L’uomo che Scrisse la Bibbia (di Marco Videtta, Neri Pozza, martedì 12 maggio alle 10:30) e Storia dell’Adriatico. Un mare e la sua civiltà (di Egidio Ivetic, Il Mulino, giovedì 14 maggio alle 10:30).

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Pietro della Vigna si alzò in piedi. Continuava a non guardare nessuno. Aprì bocca. Si schiarì la voce. Ottenne il silenzio. Iniziò il canto. Ma non celebrò il valore di Rolando, non invitò a lodare il Creatore, non raccontò dell’amore in un bosco di tigli, non si finse una fanciulla né il suo cavaliere. Si rivolse direttamente alla donna che amava e da cui era lontano da troppo. Avrebbe voluto incontrarla, ma gli era impossibile: fosse dunque quella canzone a raggiungerla per dirle le sue pene e il suo struggimento. Nell’attesa l’uomo si stava consumando fino alla morte. Se a separarli era stato un suo torto, che stabilisse lei stessa la pena.”

Gabriele Dadati (Piacenza, 1982) ha pubblicato vari libri, tra cui Sorvegliato dai fantasmi(2006, finalista come Libro dell’anno per Fahrenheit di Rai Radio 3) e Piccolo testamento(2011).Nel 2009 ha rappresentato l’Italia nel progetto «Scritture Giovani» del Festivaletteratura di Mantova.

Presso Baldini+Castoldi è uscito il romanzo L’ultima notte di Antonio Canova (2018), finalista al Premio Comisso.

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