David Sassoli è il nuovo presidente del Parlamento europeo. L’eurodeputato italiano del Pd, candidato dal gruppo Socialisti&Democratici, ha vinto con 345 voti, soglia che supera la maggioranza assoluta rispetto ai voti validi espressi (334). Niente da fare per gli sfidanti, la tedesca Ska Keller (Verdi, 119 voti), la spagnola Sira Rego (Gue-Sinistra, 43 voti) e il ceco Jan Zahradil (Conservatori e riformisti, 160 voti).
Tra i primi appelli all’Eurocamera, Sassoli ha parlato dell’urgenza di riformare la legislazione in materia di immigrazione. «Ora è arrivato il tempo di ridiscutere il regolamento di Dublino» ha detto Sassoli, incassando l’applauso dei deputati. Fra gli altri temi in agenda il cambiamento climatico, la “democratizzazione” dell’Europa e il contrasto ai nazionalismi. «L’Europa non è un incidente della storia» ha precisato. Lungo tutto il suo discorso, gli scranni dei deputati del Brexit Party sono rimasti deserti.
“Tutti voi capirete la mia emozione in questo momento nell’assumere la presidenza del Parlamento Ue – ha detto Sassoli prendendo la parola subito dopo l’annuncio della sua elezione -. Ringrazio il presidente Tajani per il lavoro che ha svolto, per il suo grande impegno e la sua dedizione a questa istituzione”.
Un lungo applauso dell’aula ha salutato il ringraziamento rivolto da Sassoli a Tajani. “Non siamo un incidente della Storia, ma i figli e i nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l’antidoto a quella degenerazione nazionalista che ha avvelenato la nostra storia. Se siamo europei – ha detto Sassoli al Parlamento Ue subito dopo la sua elezione – è anche perché siamo innamorati dei nostri Paesi. Ma il nazionalismo che diventa ideologia e idolatria produce virus che stimolano istinti di superiorità e producono conflitti distruttivi”.
“Il Consiglio europeo ha il dovere morale di discutere la proposta del Parlamento di riforma del regolamento di Dublino perché sapete quanta tensione si crei attorno alla non gestione della questione migratoria: i cittadini si chiedono l’Ue dov’è. L’Europa si deve attrezzare e i governi devono trasferire un po’ di potere all’Europa, devono collaborare di più”.