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REPUBBLICA CECA | All’IIC di Praga l’Italia e i suoi paesaggi negli scatti dei grandi nomi della fotografia italiana

Praga, 14 marzo. Il paesaggio italiano, un bene espressamente tutelato dall’articolo 9 della Costituzione, è l’indiscusso protagonista delle oltre 130 fotografie che compongono questa mostra
allestita nei suggestivi spazi dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga e inaugurata ieri alla presenza dell’ambasciatore Francesco Saverio Nisio, del presidente del CRAF – Centro Ricerca e
Archiviazione della Fotografia, Entico Sarcinelli, e da Walter Liva, curatore dell’esposizione insieme a Roberto Mutti.

“Sono davvero lieto di presentare, nell’ambito delle celebrazioni organizzate per il centenario dell’apertura dell’Ambasciata d’Italia a Praga e dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi,
un’esposizione focalizzata esclusivamente sull’Italia alla quale tuttavia assegniamo un significato particolare – ha dichiarato l’ambasciatore Nisio – in quanto attraverso l’innegabile valore artistico ed estetico delle opere, ci prefiggiamo l’obiettivo di mettere in evidenza la bellezza del paesaggio italiano, uno dei beni che rende la nostra Penisola unica nel mondo”.

“Affacciati sulla bellezza. Il paesaggio italiano in fotografia” evidenzia i diversi modi con i quali il paesaggio, inteso nella totalità delle sue componenti naturali e umane, è stato affrontato sulla base
delle diverse scuole di pensiero alle quali sono appartenuti gli autori. Troviamo Ferruccio Leiss, attratto da immagini notturne con le quali fornì aspetti di una Venezia irreale, e fu proprio questa città dove Leiss rappresentò un punto di riferimento per molti appassionati di fotografia.

I fotografi vicini all’estetica crociana (Giuseppe Cavalli, Alfredo Camisa, Giuseppe Moder), e gli aderenti al circolo fotografico La Gondola di Venezia (tra cui Gianni Berengo Gardin, Elio Ciol, Fulvio Roiter); i neorealisti (il primo Nino Migliori) e i paesaggisti del Touring Club Italiano (Toni Nicolini e Francesco Radino). Per i grandi maestri come Mario Giacomelli il paesaggio è legato alla letteratura, mentre in Franco Fontana diventa una terra incantata con reminiscenze rinascimentali.

Alla fine degli anni ’60 Guido Guidi presenta dei paesaggi marginali anticipando le problematiche attuali dei non luoghi e poi con Luigi Ghirri, sulla base della critica alla “visione cartolinesca”, si afferma negli anni ‘70 il nuovo viaggio in Italia che fece emergere un rinnovato modo di intendere la fotografia, quindi la bellezza del Mediterraneo e la sua ricchezza culturale (Giuseppe Leone) fino alla dimensione urbana (Gabriele Basilico, Mario Cresci, Olivo Barbieri, Luca Campigotto, Virgilio Carnisio, Vittore Fossati, Marco Zanta). Gli anni ’70 vedono il trionfo di Paolo Gioli, uno sperimentatore che assumerà un ruolo di grande rilievo nel contesto della fotografia europea.

Mentre Mimmo Jodice focalizza la propria attenzione sulle problematiche ambientali della sua città, Napoli, e in particolare sulle componenti architettoniche, reinterpretandone la quasi metafisica immobilità in un paesaggio interiore atemporale. Luca Maria Patella e Marcello Di Donato si misurano con il paesaggio fantastico. Mentre elementi di storia dell’arte e di memoria dei luoghi vengono introdotti da Davide Camisasca e Bruno Cattani. Un’altra sezione della mostra presenta la visione contemporanea del paesaggio attraverso l’obiettivo di Moreno Gentili, Cristina Omenetto e Massimo Siragusa.

L’esposizione, promossa dall’Ambasciata d’Italia e dall’Istituto Italiano di Cultura di Praga, in collaborazione con il CRAF di Spilimbergo, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Fototeca 3M
Milano, resterà aperta fino al 5 maggio, per poi fare tappa in Slovacchia dove dal 3 al 19 giugno sarà allestita nella sede del ministero della Cultura.

Nel catalogo della mostra – a cura di Walter Liva e Roberto Mutti, con traduzione in inglese di Mary Consonni – sono raccolti gli interventi dell’ambasciatore d’Italia in Repubblica Ceca, Francesco
Saverio Nisio, dell’ambasciatore d’Italia in Slovacchia, Gabriele Meucci, del presidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga, Giovanni Sciola.