L’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma è lieto di presentare il secondo progetto rivolto ad artisti in quarantena. Dopo “Chiarantena – Il racconto quotidiano della quarantena di un’italiana a Parigi” attraverso fotografie e testi di Chiara Indelicato, è ora tempo per la musica.
» IIC STOCCOLMA
“#JazzHome: Il jazz non va in quarantena. Il diario di una musicista jazz nei giorni di isolamento in Italia” è un nuovo racconto a puntate a cura di Cecilia Sanchietti, compositrice, batterista e musicista italiana, interamente dedicato al jazz.
Il progetto avrà inizio venerdì 17 aprile e si concluderà giovedì 30 aprile in occasione dell’International Jazz Day, la giornata internazionale dedicata al jazz promossa dall’Organizzazione Mondiale delle Nazioni Unite per sensibilizzare la comunità internazionale sulle virtù del jazz come strumento educativo e forza per la pace, l’unità, il dialogo e la cooperazione rafforzata tra le persone, al fine di costruire società più inclusive.
Giorno per giorno, per 14 giorni, Cecilia Sanchietti condividerà con il pubblico dell’Istituto una personale riflessione scaturita da una declinazione del jazz e legata al momento storico che stiamo vivendo, regalandoci infine un po’ della sua musica.
#JazzHome nasce dalle difficoltà che i musicisti sono costretti a subire in questo particolare periodo. Oggi, infatti, i locali chiudono, non ci sono concerti, i Festival interrompono le programmazioni e cancellano i palinsesti, le scuole e i conservatori sospendono le lezioni: il ritorno umano ed economico di questa pandemia è enorme. Le difficoltà sono tante, così come spesso i momenti di sconforto. Nessuno può incontrarsi per suonare, che sia per diletto o professione. Forse solo in questo momento, molti si accorgono di quanto la musica sia fonte vitale.
Il jazz con i suoi artisti si trasforma, si rinnova, trova soluzioni e opportunità. I musicisti riflettono su come continuare a vivere e sopravvivere, su come impiegare al meglio il lungo scorrere delle giornate, su come praticare la propria musica, che è di per sé vita e per questo strumento utile a chi la fa e chi l’ascolta. Il jazz riflette e si muove, per sé stesso e verso gli altri, perché non potrebbe essere altrimenti, cercando di superare anche solo virtualmente le distanze tra le persone, inventando nuove connessioni per trasmettere emozioni, informazioni, cultura, musica, educazione. E così, più di ogni altro genere, forse per la sua natura fortemente umana, interpersonale e creativa, decide di mettersi in gioco e un PC o uno smartphone diventano un mezzo essenziale per tenere uniti tutti.
I musicisti si organizzano e inventano nuova musica, nuovi incontri, nuovi spazi, cercano nuove piattaforme di promozione, creano rubriche, radio in streaming, home concert e piccoli Festival itineranti on line, fanno lezioni a distanza, attivano spazi di discussione, occasioni di solidarietà, piattaforme educative. O “semplicemente” ognuno usa il proprio spazio e il proprio tempo per creare nuova musica, veicolando le proprie emozioni di questo delicato momento.
D’altronde, “Invano chiuderai le orecchie al jazz. Il jazz è vita. È arte. È melanconia di passioni. È noi oggi” (André Coeuroy e André Schaeffner)
La prima puntata (17 aprile) sarà dedicata a “Il Jazz è riflessione e ascolto”: ascolto di sé stessi, del proprio animo, di quello che avviene intorno, del dolore. I locali chiudono, i concerti saltano, la gente muore, il disorientamento è forte, così come la confusione, lo sconcerto e la paura. I musicisti si isolano, nei loro studi, nei loro luoghi, si stringono fortemente al loro strumento, alla musica, alla loro musica, l’unico modo per poter esprimere le proprie emozioni e lasciar lentamente sedimentare il rumore esterno. Ma, in fondo, è in giorni come questi, nei momenti più bui, che i musicisti si riscoprono ad essere tra i più fortunati avendo sempre qualcosa a cui attaccarsi: un piano, uno spartito, una batteria e questa “cosa” che è
la musica, che li (e ci) salva sempre la vita e realizza ogni volta il miracolo più grande. Quello di trasformare il dolore in creatività.
Gli altri appuntamenti sono:
– Il Jazz è reazione e ricerca di nuove opportunità anche lavorative (18 aprile)
– Il Jazz è nuova creazione e/o desiderio di condividere (19 aprile)
– Il Jazz è gioia, voglia di suonare insieme (20 aprile)
– Il Jazz è ironia (21 aprile)
– Il jazz è voglia di condividere la propria quotidianità e la propria voglia di fare musica (22 aprile)
– Il Jazz, a volte, è silenzio e paura (23 aprile)
– Il jazz è necessità forte di farlo circolare (24 aprile)
– Il jazz è formazione ed informazione al pubblico (25 aprile)
– Il jazz è politica (26 aprile)
– Il jazz è solidarietà (27 aprile)
– Il jazz è promozione e Radio (28 aprile)
– Il Jazz è, a giorni, ispirarsi (29 aprile)
– Il jazz è educazione per i più piccoli (30 aprile, Giornata Internazionale del Jazz)
Cecilia Sanchietti è batterista, compositrice, didatta, direttrice di JazzMine Network (gender balance in jazz). Artista nel roster degli Istituti Italiani di Cultura all’estero (CIDIM), con concerti già realizzati in Turchia e Città del Vaticano.
Vincitrice della TOP Jazz 2019, Nuovo Talento Italiano. Premio SIAE 2019. Vincitrice per Sabian brand del contest internazionale NYC “HLGC 2017”, diretto a batteriste da tutto il mondo. Nel 2009 riceve l’“Outstanding Musicianship Award” per musicisti di talento dal Berklee College di Boston. Compositrice e leader di due Album, entrambi presentati in tour internazionali (Italia, Croazia, Polonia, UK, Turchia, Svezia WinJazz Stockholm Jazz Festival, Germania, Belgio): “La terza via – The third side of the coin” “BluJazz” di Chicago 2018; “Circle Time” nel 2015 con la Alfa Music, il primo recensito da Downbeat nel 2018, Musica Jazz, Midwest Record e molti altri in Italia e all’estero.
Ha collaborato e collabora (tra gli altri) con: Marco Siniscalco, Pierpaolo Principato, Nicolas Kummert (BG), David Boato, Marco Guidolotti, Francesca Tandoi, Enrico Zanisi, Danilo Riccardi, Pierpaolo Ranieri, Alessandro Gwis, Susanna Stivali, Enrico Intra, Jacopo Sipari da Pescasseroli e l’Orchestra Pacem in Terris, Bill Hart (USA), Alex Woods (UK), Lela Kaplovitz (HR), Igor Gehenot (BG), David e Anders Back (SW). Ha collaborato all’interno dell’Orchestra del 41esimo parallelo con: Javier Girotto, Rita Marcotulli, Giovanna Marini, Nada, Andrea Satta, Lucilla Galeazzi, Cristina Comencini, Lunetta Savino, Gabriella Aiello, Raffaella
Misiti. Altre importanti collaborazioni in ambito teatrale e cantautorato: Carmen Consoli 2011, Luca Madonia, Movin Melvin Brown, Marco Rea, Mariangela Aruanno.
Nel 2019 Cecilia ha partecipato alla prima edizione di Stockholm’s Women International Jazz Festival, un festival annuale a cui partecipano alcuni dei più importanti protagonisti del jazz moderno. Tale partecipazione le ha permesso di sviluppare un importante progetto in collaborazione con musicisti svedesi. In programmazione è infatti il prossimo Album 2021/22 come progetto Italia-Svezia con: Anna Lundqvist, Adam Forkelid, Linus Lindblom, Josef Kallerdahl.
Tutte le informazioni sono consultabili sul sito dell’Istituto, A QUESTO LINK.